L’Accesso Intraosseo nel Management dell’Arresto Cardiaco
L’accesso intraosseo (IO) è una via fondamentale per la somministrazione di farmaci in situazioni di emergenza cardiovascolare, specialmente in contesti di arresto cardiaco e aritmie gravi (sia tachiaritmie che bradiaritmie), quando l’accesso venoso periferico è difficile o impossibile da ottenere rapidamente.
L’accesso intraosseo è indicato per l’uso temporaneo (non più di 24h) e dovrebbe essere utilizzato principalmente nelle prime fasi dell’emergenza, garantendo un rapido passaggio alla terapia farmacologica necessaria. Una volta stabilizzata la situazione o ottenuto un accesso venoso sicuro, si può procedere con modalità di somministrazione alternative e definitive.
Indicazioni per l’Accesso Intraosseo
L’infusione intraossea consente la somministrazione di soluzioni cristalloidi e colloidi, nonché farmaci vasopressori, con minima differenza in termini di biodisponibilità rispetto alla via intra venosa (IV), garantendo una distribuzione sistemica rapida ed un assorbimento simile alla somministrazione endovenosa.
Indicazioni Cliniche Specifiche:
- Emergenze Cardiovascolari: In un contesto di arresto cardiaco, il tempo è cruciale. L’accesso IO consente la somministrazione immediata di tutti i farmaci essenziali previsti dagli algoritmi nella gestione ACLS, nel caso in cui un accesso vascolare risulti difficile da reperire velocemente.
- Shock Ipovolemico o Emorragico: Nei pazienti con collasso circolatorio o perdita massiva di sangue, l’accesso IO permette una rapida infusione di fluidi e farmaci vasopressori per ristabilire la perfusione sistemica.
- Accesso Vascolare Difficile: In pazienti pediatrici o in adulti con accessi venosi periferici compromessi (ad esempio, per obesità, ipovolemia o uso cronico di sostanze endovenose), l’IO rappresenta una valida alternativa per garantire l’accesso vascolare.
- Traumi maggiori: In situazioni di trauma grave, in cui l’intervento immediato è essenziale, l’accesso IO rappresenta una via sicura, veloce ed efficace. Può essere utilizzato in varie aree anatomiche, tra cui la tibia prossimale, lo sterno, e la testa dell’omero, e offre la possibilità di stabilizzare il paziente prima di passare a procedure più definitive.
Controindicazioni e Possibili Complicanze dell’Accesso Intraosseo
L’accesso intraosseo, sebbene efficace, presenta controindicazioni e potenziali complicanze che devono essere attentamente valutate.
Controindicazioni
Osteoporosi Grave o neoplasie ossee: La fragilità ossea aumenta il rischio di fratture.
Fratture nel Sito di Inserzione: Il rischio di dispersione del farmaco nei tessuti circostanti è elevato in presenza di fratture.
Infezioni o ustioni severe locali: L’inserzione dell’ago attraverso un’area infetta o ustionata può diffondere l’infezione al midollo osseo e causare sepsi.
Precedente Utilizzo dello Stesso Sito (entro 48 ore): L’infiammazione o il danno tissutale precedente può compromettere l’efficacia dell’infusione.
Disordini Ematologici o Trattamento Anticoagulante: Aumenta il rischio di sanguinamento locale.
Impossibilità a reperire il repere anatomico per l’inserzione dell’ago
Pz con accesso vascolare adeguato
Complicanze Associate all’Accesso Intraosseo
Le complicanze dell’accesso intraosseo, sebbene rare, possono includere:
Complicanze Meccaniche
Fratture Ossee: Specialmente nei pazienti pediatrici o negli anziani con ossa fragili.
Lesioni ai Tessuti Molli: Inserzione non corretta dell’ago può causare danni ai muscoli o ai nervi.
Complicanze Infettive
Osteomielite: L’infezione del midollo osseo è una complicanza seria, sebbene rara, che può verificarsi in caso di inserzione non sterile o prolungata.
Complicanze Sistemiche
Embolia adiposa: Durante l’infusione di fluidi o farmaci ad alta pressione, è possibile un rilascio di materiale osseo nel circolo sanguigno.
Sindrome compartimentale: a causa di stravaso e infiltrazione di liquidi o farmaci nei tessuti circostanti l’osso.
Punti di Repere per l’Accesso Intraosseo
Tibia Prossimale
Testa dell’Omero
Farmaci Somministrabili Tramite Accesso Intraosseo durante un’emergenza cardiovascolare
Nel corso di emergenza cardiovascolare, l’accesso intraosseo permette di somministrare farmaci direttamente nel sistema vascolare, garantendo un assorbimento rapido e un effetto tempestivo, analogo a quello ottenuto con un accesso venoso centrale o periferico.
1. Arresto cardiaco
Adrenalina: utilizzate come agenti inotropi e vasopressori per supportare la funzione cardiaca e migliorare la pressione sanguigna.
Dosaggio Raccomandato: 1 mg ogni 3-5 minuti durante la RCP.
Amiodarone: indicato per le aritmie ventricolari resistenti alla defibrillazione, come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare senza polso. Dosaggio Raccomandato: 300 mg come dose iniziale, seguita da una dose di 150 mg se necessario.
Lidocaina: indicata per le aritmie ventricolari resistenti alla defibrillazione, come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare senza polso. Dosaggio Raccomandato: 1-1.5 mg/kg come dose iniziale, seguita da una dose di 0.5-0.75 mg/kg
Bicarbonato di Sodio: indicato per la correzione dell’acidosi metabolica in caso di prolungato arresto cardiaco.
2. Tachiaritmie gravi
Amiodarone
Procainamide
Adenosina
Magnesio Solfato
3. Bradicardie gravi
Atropina
Dopamina/adrenalina
Procedura di Somministrazione di Farmaci Tramite Accesso Intraosseo
Materiale occorrente:
- Trapano EZ-IO per accesso intraosseo
- Ago da adulti (peso corporeo > 40 kg)
- Sistema di fissaggio
- Raccordo ago/deflussore
- Siringa da 20cc. fisiologica
- Spremi sacca
Passaggi:
- Disinfettare accuratamente la zona di inserzione con soluzioni antisettiche come clorexidina.
- Inserimento dell’ago intraosseo:
Inserire l’ago a 90 gradi rispetto alla superficie ossea, attraverso la cute, fino a che l’ago non si appoggia all’osso. - Azionare il trapano e spingere verso l’osso fino a che non si avverte un cedimento (rottura delle trabecole).
- Rimuovere il trapano e il mandrino dell’ago.
- Collegare il raccordo, dopo aver provveduto al suo riempimento.
- Fissare l’ago utilizzando lo specifico sistema di fissaggio
- Somministrazione dei farmaci:
Prima di somministrare i farmaci, infondere 20 cc di fisiologica per verificare la formazione di eventuali rigonfiamenti dovuti ad infiltrazioni sottocutanee.
Poiché l’inizio dell’infusione è molto dolorosa, se il paziente è cosciente somministrazione lidocaina.
Somministrare i farmaci attraverso l’accesso IO nelle stesse dosi previste per la via endovenosa (EV).
Utilizzare un bolo di 10-20 ml di soluzione salina dopo la somministrazione di ogni farmaco, per garantire che il farmaco entri nel flusso sanguigno e non si depositi nel midollo osseo.
In caso di somministrazione di soluzioni saline o lattati, per migliorare il flusso utilizzare una pompa o una sacca a pressione. - Monitorare la zona di inserzione:
Verifica costante di eventuali segni di infiltrazione o edema. Se si sospetta la dislocazione dell’ago sospendere immediatamente la somministrazione

